BLOW-UP
art intallation site-specific by Francesca Mariani and Chiara Luzi_2012
Una nuova installazione site-specific prende forma.
A distanza di un anno dalla presentazione del progetto itinerante La Ville à l’envers (www.lavillealenvers.blogspot.com), la creatività de Le Anarchitette -Francesca Mariani e Chiara Luzi- dà vita a Blow Up.
Prima apparizione inedita prevista in occasione del festival artistico (ac)Cenni di (con)Temporaneao, che inaugurerà il 17 agosto 2012 nelle ex scuderie settecentesche del borgo di San Michele, in provincia di Viterbo (VT).
Una pentola, provata dal tempo, diventa il Vaso di Pandora*, il leggendario contenitore di tutti i mali che si riversarono nel mondo dopo la sua apertura.
Dallo scrigno rosso fuoriescono, come residui di un’esplosione apocalittica, oggetti-simbolo della decadenza della società attuale.
Gli spettatori sono invitati a decifrare e rimettere insieme i frammenti del puzzle, ripensando ciascun elemento in chiave positiva.
Ingranaggi, catene, bulloni, corto-circuiti, telecomandi senza pile, lampadine rotte, cellulari in disuso, rami-artigli, televisore “fatto a pezzi”, frammenti di specchi insieme ad altri brandelli di vissuto, creano un percorso.
La mappatura dell’opera spetta al fruitore, al quale si propone la sfida intellettuale di riflettere su questa rappresentazione immaginifica dell’apocalisse intesa come apertura al NUOVO.
Senza curiosità, che fu fatale a Pandora, senza presa di coscienza e distruzione, reale o metaforica, del negativo non può esserci trasformazione.
Gli oggetti scelti, recuperati dai non-luoghi del quotidiano, sono dipinti in bianco e nero, pedine di una scacchiera immaginaria.
L’unico colore, rosso sangue, è il vaso: “vittima e carnefice” dell’alienazione e del consumismo dei “tempi moderni”, nella digitalizzazione del sapere e della memoria, nella perdita di quei valori “analogici” che sono alla base di una visione olistica della vita e della morte, di un nuovo approccio ecologico ed etico sostenibile.
Blow-up nel significato di esplodere, ingrandire la propria percezione per reinventare un’etica contemporanea capace di far fiorire un’ ermeneutica che permetta di guardare con nuovi occhi quegli strumenti che oggi ci rendono schiavi anziché liberi pensatori e sapienti artigiani.
*Nella mitologia greca, il vaso (pithos, πίθος in greco antico) di Pandora (chiamato anche scrigno di Pandora), secondo il racconto tramandato dal poeta Esiodo ne Le opere e i giorni, era un dono fatto a Pandora da Zeus, il quale le aveva raccomandato di non aprirlo. Pandora, che aveva ricevuto dal dio Ermes il dono della curiosità, non tardò però a scoperchiarlo, liberando così tutti i mali del mondo. Sul fondo del vaso rimase soltanto la speranza (Elpis), che non fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse chiuso di nuovo. Prima di questo momento l’umanità aveva vissuto libera da mali, fatiche o preoccupazioni di sorta, e gli uomini erano, così come gli dei, immortali. Dopo l’apertura del vaso il mondo divenne un luogo desolato ed inospitale finché Pandora lo aprì nuovamente per far uscire anche la speranza.