MANA
art installation site-specific in collaboration with the inhabitants of Metropoliz
for MAAM_Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz città meticcia of Rome
permanent exhibition from 21 12 2013
MANA nasce dalla volontà di fondere i miei studi antropologici e l’ispirazione artistica che mi accompagna da sempre. Negli ultimi anni la sperimentazione di diversi linguaggi artistici mi ha portato a progettare installazioni site-specific, spesso incentrate sui temi della casa e della città: spazi reali e, al tempo stesso, immaginifici e simbolici, rifugi o labirinti, protetti e insieme esposti, dove ri-conoscersi sia come individui sia come collettività.
Mossa dalla curiosità per la sua identità complessa e plurale, da tempo desideravo entrare in contatto con la realtà Metropoliz/MAAM. L’opportunità è arrivata: una vera e propria ricerca sul campo che mi ha fatto interagire con gli abitanti, migranti e precari, della città meticcia facendo sì che l’opera si evolvesse attraverso questi incontri.
Il Maam rappresenta l’apertura alle realtà che sono derive, in cui errare significa sia sbagliare sia procedere in un mondo sconosciuto che, grazie alla nostra impronta e all’incontro con l’Altro, possiamo ri-conoscere e imprimere nella memoria. E in questo lavoro, la memoria gioca un ruolo efficace, poiché gli oggetti che ho collezionato per l’occasione in barattoli – fragili, esposti ma protetti – trasposizione simbolica delle stesse case di Metropoliz, sono testimonianza in-diretta delle storie di vita che si muovono in questo contesto, così vicino e così lontano dal nucleo urbano a cui siamo abituati.
L’idea nasce da un’installazione site-pecific, realizzata la scorsa primavera nell’ambito della personale FrAgile presso l’EternautaHulahoop di Roma: in fila su una mensola una serie di “barattoli per collezionare Aria”, che seguendo un ironico gioco di parole legato al concetto di Aria, contengono vari oggetti-simbolo, singolari e al contempo universali, catalogati ed etichettati in base a una numerazione e un titolo.
MANA, proposto per gli spazi del MAAM, ne è l’ampliamento e la contestualizzazione: alcune cassette della frutta, di legno riciclato, disposte a forma di labirinto-mappa sulla parete della cucina “meticcia”, diventano rifugi per barattoli contenenti oggetti extra-ordinari.
L’idea della dispensa rimanda al senso di casa – familiarità – protezione; la trasparenza del vetro permette di vedere l’oggetto custodito, stimolando la curiosità e la scoperta: lo scambio e la corrispondenza tra chiuso e aperto, dentro e fuori.
Ho invitato gli abitanti di Metropoliz a donare un oggetto-simbolo: un frammento del proprio vissuto, un ricordo, un desiderio, un pezzetto del quotidiano o del passato, una cosa cercata che rappresenta colui che la possiede e che mette a disposizione dell’opera. A ciascuno il suo, unico e molteplice. Contenuto potente ed evocativo all’interno di un involucro vulnerabile, metafora della condizione esistenziale di oggi.
La reciprocità implicita nel movimento del dono dipende dal MANA della cosa donata, ovvero la potenza vitale e spirituale immanente all’oggetto donato, permanentemente legato al donatore e carico di valenza simbolica. Questo luogo “segreto”, a metà tra nascondiglio e museo, può essere descritto come una Wunderkammer, ovvero stanza delle meraviglie, e il significato dell’opera si sdoppia: allo stupore suscitato dagli oggetti in mostra, si aggiunge la meraviglia come stato d’animo indotto nell’osservatore. Si crea una dinamica di reciprocità tra individuo e collettività, tra spazio interiore ed esteriore, reale e metaforico. Si traduce la volontà di restituire l’espressività dei gesti delle mani, del donare e del ricevere, il loro entrare e uscire dalle case. L’importanza dello scambio di questi oggetti, comunque scelti e quindi non casuali; meraviglie che vengono da lontano ma che sono tutte qui, ora: un presente nutrito di tanti passati, memorie e desideri.
I barattoli che custodiscono questi preziosi sono scrigni dove germoglia la vita e l’arte, il Metropoliz e il MAAM, la storia di ciascuno e di tutti.
Grazie a: Giorgio De Finis, Patrizio D’Amico, Pamela Amadio, Mattia, Togaci, Lola, Guido, Boby, Ernesto, Tarik, Lucica, Monica, Maria, Chiara, Mariana, Sara, Daniel, Taksim, Rossana, Silvia, Fatima-Zahra, Ibrahim, Fatima, Mustafà, Latifa, Florin, Marius, MariaEster, Alessandra, Lucia, Adrian, Lello, Mariapia, Ilaria.
LIBRO
Insieme all’installazione è nato un libricino autoprodotto, rilegato a mano e site specific, realizzato in collaborazione con Patrizio d’Amico. In sintonia con il senso generale di profonda connessione tra il MAAM e il Metropoliz, il libro riunisce titoli e frasi poetiche associate a frammenti di paesaggi. Scatti fotografici, interni a Metropoliz, da cui vengono isolati dei dettagli attraverso un intervento pittorico bianco di cancellazione che ri-vela nuove possibilità di concentrazione visiva.
Un’ invito a mobilitare lo sguardo verso nuove direzioni.
http://www.youtube.com/watch?v=j4zWKcuh3lE&feature=youtu.be
link RECENSIONI:
http://www.artapartofculture.net/2014/07/05/mana-nel-maam-lopera-site-specific-di-francesca-mariani-tesse-un-filo-rosso-di-relazioni/
http://www.insideart.eu/2013/12/23/re-birth-day-al-maam
http://www.insideart.eu/2013/12/23/pistoletto-al-maam
http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/12/29/news/la_fabbrica_degli_artisti_-74694026/?fb_action_ids=692363914130127&fb_action_types=og.recommends fb_ref=s%3DshowShareBarUI%3Ap%3Dfacebook-like&fb_source=other_multiline&action_object_map=%5B561569913929299%5D&action_type_map=%5B%22og.recommends%22%5D&action_ref_map=%5B%22s%3DshowShareBarUI%3Ap%3Dfacebook-like%22%5D